Le nevicate a Corchiano dagli anni 90′ ad oggi
Tutti i fenomeni nevosi verificatesi a Corchiano dagli anni 90′ ad oggi
Di Andrea Magrini
Corchiano, 30 Maggio 2019 – In questo maggio dal sapore meteo assai fresco per il periodo, eccoci a parlare di neve ed in particolare delle Nevicate verificatesi a Corchiano dagli anni ‘90 fino ai giorni nostri.
Dopo aver commentato i vari aspetti microclimatici del comune Fescennino, con confronti, anche rispetto ai paesi limitrofi, questa volta ci addentreremo nelle nevicate storiche che si sono succedute negli inverni relativamente recenti e cercheremo di capire, senza pretesa di attribuire una spiegazione scientifica ufficiale, chi sia o possa essere l’artefice di questi eventi meteorologi importanti.
Il nostro paese, come già affermato, gode di un clima che non si sposa bene con la neve, anzi tutt’altro; tuttavia, nonostante si trovi in pianura, nel versante tirrenico e riparato dalla catena Appenninica che inibisce precipitazioni con le fredde correnti orientali, con il combinarsi di giusti fattori atmosferici, può essere interessato da Nevicate, con la N maiuscola. Ma quante saranno state le nevicate e che accumulo avranno avuto? Ebbene il dato può essere anche sorprendente.
Cominciamo subito la nostra carrellata con l’episodio freddo avvenuto tra il 5-8 febbraio 1991, quando una retrogressione di aria fredda proveniente dall’est Europa, interessò la nostra penisola ed anche il nostro territorio. Vi furono tre giornate molto fredde ed anche neve, circa una decina di cm, che resistettero al suolo diverso tempo, nonché uno dei fenomeni meteo più affascinati, per lo scrivente, il temporale nevoso; ricordo il rombo dei tuoni, accompagnato dalla forte precipitazione nevosa, un connubio che a Corchiano non avrei più rivisto, almeno fino ad oggi.
Passa qualche anno, ma arriviamo al primo Evento nevoso, veramente tosto, sto parlando del celeberrimo burian del 26 dicembre 1996. In quei tempi, non vi era la diffusione di internet come oggi, ed in televisione si annunciava, sia negli spazi dedicati alle previsioni meteo, che nei telegiornali, l’arrivo di questa aria pellicolare, molto fredda negli strati superficiali della terra, dalle steppe russe, che sempre in modo retrogrado, avrebbe raggiunto il territorio italico, portando temperature di molti gradi al di sotto della media del periodo. Dopo il Natale, le giornate trascorrevano con cielo serenissimo e vento gelido, le temperature rimanevano sottozero anche in pieno giorno (giornate di ghiaccio) ed anche il semplice stendere il bucato si poteva rivelare singolare, visto che si gelava subito, con il rischio che gli indumenti si spezzassero! Nel frattempo, in televisione cominciavano a campeggiare servizi e reportage di abbondanti nevicate in varie regioni d’Italia, specie il centro, versante adriatico ed il sud, mentre nelle nostre zone ancora non accadeva niente, come di solito avviene nel 99% dei casi in situazioni di ondate di freddo orientali; questa volta però era diverso, non era la” classica” tramontana- grecalata, avevamo una lingua gelida burianica. Fu così, che la notte tra il 28 ed il 29 si formò una zona di bassa pressione, che favorì una nevicata memorabile, che sarebbe continuata per tutta la giornata del 29 stesso, con accumuli abbondantemente superiori ai 30 cm ed un paesaggio che i miei giovani occhi non avevano mai visto; la luminosità data dalla neve presente al suolo ed il suo candore nel cadere, sono ancora impressi davanti a me, come una incantevole dama che ammalia chi la guarda. Seguirono un paio di giorni con temperature minime eccezionalmente basse per l’effetto albedo, che diedero alla neve una consistenza marmorea! Il tutto poi terminò a cavallo del nuovo anno, quando un mite richiamo sciroccale innescato da una pertubazione atlantica, portò un’impennata termica con pioggia in gran parte d’Italia e di contrappasso, una abbondantissima precipitazione nevosa nelle regioni del nord-ovest italico.
Per avere un altro episodio di accumulo nevoso significativo nel nostro comprensorio, dobbiamo aspettare il nuovo millennio ed in particolare il 16 gennaio 2002: le giornate precedenti, a tale data erano state contraddistinte dalle correnti da est-nord-est, che avevano accumulato il freddo nei bassi strati, quello che viene chiamato “cuscino” freddo; senonchè una blanda saccatura nord atlantica fece ingresso nel mediterraneo centrale, formando una depressione molto rapida che, interagendo con l’aria continentale presente nei bassi strati, generò una forte nevicata con accumulo di circa 15-20 cm in poche ore, che resistettero anche nei giorni seguenti. Questo avvenimento, se lo si osserva, attraverso le carte di reanalisi, a livello configurativo non desta particolare scalpore, tuttavia ha avuto una “resa”nevosa molto redditizia!
Nel corso dei primi anni duemila, si alternano inverni con episodi freddi importanti, uno su tutti quello del 2004-2005, ma che a livello di neve, per la nostra zona, sono stati molto avari, causa la bassa altimetria del nostro comune.
Il lungo digiuno nevoso protrattosi per diverse stagioni, verrà ripagato però da un qualcosa di straordinario, con tempi di ritorno decennali, mi riferisco all’ondata di freddo del febbraio 2012, per alcuni osservatori, qualcosa di simile, seppure in maniera minore, come durata ed estremi termici negativi a quanto accaduto nel febbraio 1956; un afflusso di aria estremamente fredda, interessò tutta la nostra penisola per un lungo periodo, una ventina di giorni circa, a partire dalle ultime giornate di gennaio. A regalare soddisfazioni agli amanti della neve, è sua maestà, il burian: questa massa di aria fredda pellicolare negli stati prossimo al suolo, in seno ad una circolazione atmosferica antizonale, dalle lontane steppe russe, dalla Mongolia addirittura, attraversò tutta l’Europa orientale fino a “tuffarsi” nel Mediterraneo; fu dal contrasto, tra le diverse masse d’aria, quella umida e relativamente mite mediterranea, e quella gelida russa, che si formarono delle abbondanti ed diffuse precipitazioni nevose: a differenza del precedente, del dicembre ’96, ormai, siamo immersi nell’epoca di internet; le carte previsionali sono consultabili su molti siti e forum meteo e ciò rese possibile, che già nelle giornate antecedenti, si potesse intuire, che qualcosa di grosso, “bollisse in pentola”, e tra gli appassionati della meteorologia, l’attesa crescesse in maniera spasmodica.
Le giornate clou di questo periodo, furono dalla sera del 2 fino al giorno 4 in mattinata e poi la seconda ondata nei giorni 10 ed 11. Complessivamente caddero almeno 60 cm di neve, ma il dato ufficiale, non è facile da elaborare, in quanto, specie per ciò che ha riguardato la prima nevicata, la stessa, fu caratterizzata dal fenomeno dello scaccianeve, dove il vento “scaccia” appunto la neve depositatasi al suolo e la accumula in altre zone o la fa “disperdere” per aria; fenomeno al quale, non avevo personalmente mai assistito nel nostro comune! Questa ondata lunga e duratura fu accompagnata anche da temperature gelide e dalla presenza di neve al suolo per una quindicina di giorni circa, fatto eccezionale per il nostro comune.
L’ultima precipitazione nevosa, degna di nota, verificatasi nel nostro territorio, è successa tra la tarda serata nottata del 25 febbraio, fino alla prima mattinata del 26 ed anche in questa occasione la firma porta il nome burian. Questo episodio ha similitudini, sia per la quantità di neve caduta, che per la durata temporale con quello del 26 dicembre 1996. Anche in tale occasione, la precipitazione nevosa ha interessato tutta la tuscia, dalla costa alle zone alto collinari montuose, la “classica democrazia” che è capace di portare l’aria fredda pellicolare; l’accumulo finale nel comune di Corchiano è stato tra i 20 ed i 25 cm, che ne fanno la seconda nevicata con accumulo maggiore dopo il 1996; oltre a ciò si sono registrate nelle giornate successive valori termici, sia per le minime che per le massime, molto molto bassi per il periodo, oltre che un paio di giornate di gelo; il tutto, considerando che è avvenuto sul finire dell’inverno meteorologico, rendono questo episodio, a mio avviso molto significativo.
Una menzione particolare in questa,abbastanza lunga, sequenza di accadimenti, la merita la giornata del 17 dicembre 2010, perché è stata contraddistinta da una rara, se non rarissima nevicata dal cosiddetto “cuscino freddo”; le giornate antecedenti avevano visto l’afflusso di aria artica continentale sulla nostra penisola, con un picco freddo il giorno 16 e conseguentemente durante la notte del 17 le temperature minime si portarono su valori molto al di sotto dello zero; ciò, creò uno strato di aria molto freddo nei bassi strati ( il cuscino) che, con la successiva rapida copertura nuvolosa, prodotta dal sopraggiungere di una pertubazione nord atlantica, nel corso della mattina, fece si che le precipitazioni iniziassero subito a neve, e per di più con temperature ampiamente negative, specie nelle zone riparate ai venti sciroccali, che accompagnavano il transito della pertubazione. Oltre a questo vi fu, anche il fenomeno atmosferico del gelicidio, ovvero la pioggia che cade con temperature negative e gela al contatto con le superfici. Particolarmente interessata, fu la città di Viterbo, zona assai esposta ai richiami sciroccali, dove pioveva con temperature di anche -2 gradi. Tale fenomenologia, assai infrequente per le nostre zone, è invece tipica della Pianura Padana.
In conclusione, si può desumere, che nonostante, il nostro comprensorio, non sia propriamente “predisposto” al verificarsi di eventi meteo nevosi significativi, che tanto piacciono agli appassionati ed ai cosiddetti “nevofili”, può, tuttavia, sorprendere, specie se viene menzionato il termine burian.