Microclimi del nostro territorio: Fabro (TR)
Il microclima di Fabro (TR)
Di Claudio Giulianelli con la collaborazione di Alessio Dini e Nicholas Fanicchia
Fabro (TR), 20 Novembre 2020 – Continua il viaggio nei microclimi del nostro territorio e in questo decimo articolo della serie andremo a scoprire una zona posta più a nord delle altre trattate ultimamente, Fabro (TR). Ecco alcuni dati geografici e climatici generali riguardanti la zona con brevi approfondimenti sulla località in esame:
Provincia: Terni
Superficie: 34 kmq
Zona altimetrica: bassa collina
Altitudine comune: 364 m
Altitudine massima: 450 m
Altitudine minima: 227 m
Clima: sub-mediterraneo
Precipitazioni: variabili con una media di circa 1000 mm
Aridità: estiva debole, limitata a luglio e agosto
Localizzazione: il comune di Fabro si trova nella zona più settentrionale della provincia di Terni (bassa val di Chiana), manifestando con il capoluogo grandi differenze climatiche e paesaggistiche, molto più simili a quelle toscane. Confina infatti con la provincia di Perugia a nordest (comune di Piegaro) e col basso senese a nord-ovest (comune di Cetona). Ad ovest vi è un’area montuosa discretamente vasta che include il Rufeno, il Cetona, Radicofani e il monte Amiata. Ad est di è invece una zona montuosa meno importante relativa al Montarale, sempre dell’alto Ternano. Il comune si trova, in linea d’aria, all’incirca a metà strada tra il lago di Bolsena e il Trasimeno. Rispetto ad Orvieto, si trova circa a 30 km a nord di questo.
Climatologia: il territorio presenta due peculiarità diverse: una tipica della val di Chiana, con clima sub-mediterraneo vallivo (forti escursioni termiche in ogni stagione, giornaliere ed annuale, piovosità estiva moderata), e l’altra tipica delle colline, con clima sub mediterraneo di collina, più ventilato e molto simile alle colline delle zone circostanti (area volsina, amiatina e basso senese).
Descrizione morfologica del territorio: il comune di Fabro presenta un territorio collinare che si districa tra la pianura della val di Chiana. Tipici del comune sono i calanchi che dominano sulla valle fluviale, mentre il paese risiede in collina a 364 metri. Il comune possiede un exclave, quella della frazione di Poggiovalle, situata ai piedi del complesso montuoso che si sviluppa tra il Rufeno e il Cetona, una zona di dolci colline che raggiungono i 400 metri.
Temperature: nel semestre freddo il territorio presenta in genere un classico gradiente altitudinale che dunque vede le zone basse essere le più calde e in genere con massime sopra i 10 gradi con temperature nella norma in pieno inverno (poco più fresche di Roma), inferiori invece ai 10 invece sulle zone di collina (350-400 metri).
Nel semestre caldo la zona di pianura si scalda molto, essendo una vallata chiusa tra rilievi e a grande distanza dal mare, non in grado di ricevere brezza il più delle volte. Con temperature nella norma è facile vedere massime sui 32-33 gradi nella zona di pianura, mentre le colline sono più fresche.
Peculiare del territorio sono le forti inversioni termiche che caratterizzano tutte le zone pianeggianti e in maniera minore Fabro paese. In estate in condizioni di aria abbastanza secca con temperature nella norma e anticiclone delle azzorre, le minime nella frazione di Colonnetta scendono facilmente sui 13-14 gradi, estremi tipici dunque possono essere 13/33°c, con forti escursioni termiche tra giorno e notte. Nelle nottate invernali invece le gelate sono sempre presenti in situazioni anticicloniche ed estremi tipici possono essere -5/11°c con escursione in aumento tra fine febbraio e inizio marzo quando il riscaldamento solare aumenta, e si possono registrare estremi del tipo -4/16. Nella zona collinare le escursioni termiche sono più ridotte, con massime più basse e minime più alte in tutte le stagioni.
In situazioni perturbate il fenomeno dell’inversione che coinvolge una vasta porzione del territorio comunale viene meno e i rialzi termici nelle minime possono essere considerevoli se si viene da una nottata anticiclonica e si entra in una nottata nuvolosa o perturbata/ventosa. In genere dunque tutta l’area pianeggiante di Fabro (sotto i 300 metri), in condizioni non anticicloniche risulta mediamente mite, come un clima tipico di pianura (come detto inizialmente, le massime in genere sono superiori ai 10-11 gradi in pieno inverno in questa zona). Nonostante la scarsa quota però, sotto irruzioni fredde accompagnate da forte ventilazione di tramontana sia estiva che invernale, la pianura di Fabro si raffredda molto facilmente, tanto che a volte è possibile osservare la stazione di Colonnetta fare massime paragonabili o anche inferiori a quelle della media collina Cimina, è proprio questo fattore che fa si che a dispetto della scarsa quota, le zone basse del comune di Fabro abbiano una nevosità simile alle basse e medie colline viterbesi. Questo perchè il freddo che arriva da nordest sulla zona non viene favonizzato per scavalcamento dei rilievi come accade, invece, sulla maremma viterbese o sulla valle del tevere del romano interno/basso viterbese interno, più protetti dall’appennino. In particolare nelle occasioni in cui il freddo lambisce l’Italia ed entra diretto nelle regioni adriatiche, sul lato tirrenico si possono osservare forti gradienti latitudinali di temperatura tra Roma, la zona più calda, e i comuni di Fabro e Piegaro. Il comune dunque, ha due zone microclimatiche, come detto all’inizio, una tipica nelle zone di pianura e una tipica delle aree collinari ma sotto irruzioni fredde tutto il territorio, anche la mite piana della val di Chiana, presenta un clima più freddo, simile all’area Volsina dei 500 metri.
Precipitazioni: nel semestre freddo il comune di Fabro presenta una pluviometria discreta e abbastanza omogenea nel suo territorio, simile ad altre aree di bassa collina dell’etruria quale Viterbo, non giova quindi di stau ma non si trova neanche in condizioni di sofferenza come alcune zone della maremma. Lo scirocco che accompagna le grandi perturbazioni atlantiche riesce infatti ad apportare buoni accumuli anche su queste zone.
Nel semestre caldo la pluviometria di Fabro può essere non indifferente, a differenza di molti comuni dell’etruria. Il suo territorio infatti è incastonato tra rilievi di bassa montagna ed alta collina tutt’intorno meno che a nord e sud. Vi possono essere forti temporali estivi con accumuli considerevoli, infatti con venti occidentali i versanti orientali del Rufeno, quelli del comune di Allerona, possono produrre celle temporalesche che impattano quasi immediatamente dopo la loro formazione sul comune di Fabro. Più di rado la zona può ricevere temporali dal comune di Cetona, mentre importanti possono essere anche i temporali provenienti dai rilievi ternani a sudest di Fabro (come il monte Peglia). Non si hanno ancora delle medie storiche per la pluviometria , ma in estate un forte temporale sulla zona non manca mai e le medie pluviometriche estive potrebbero essere più elevate del viterbese Con perturbazioni estive/di inizio autunno temporalesche il territorio risulta colpito non in maniera più incisiva del viterbese invece.
La discreta pluviometria del semestre freddo e del semestre caldo fanno di Fabro una zona complessivamente abbastanza piovosa, relativamente ai nostri territori, con accumuli annui non di rado oltre i 1000 mm.
Nevosità: tutto il territorio comunale presenta una discreta nevosità, il numero di episodi che si conta infatti è simile a quello delle basse e medie colline. Le zone basse (250 metri) comunque si può supporre abbiano una medio-bassa media nivometrica. La zona riceve raramente nevicate da rovesci marittimi che possono giungere da ovest e nord-ovest a seguito di un fronte accompagnato da aria fredda artica al seguito (nulla negli episodi del 12 febbraio 2010, data che rappresenta il ritorno della neve a Roma dopo 27 anni, 17 gennaio 2013, 1/2 febbraio 2015, 13 gennaio 2017, tutti episodi che hanno colpito maggiormente le zone occidentali del Lazio). Viene a volte saltata anche dalle nevicate da sovrascorrimento e addolcimento se non con leggere imbiancate, non per mancanza di freddo ma di precipitazioni, essendo troppo interna (lieve strato di neve il 17 dicembre 2010, nevicata consistente di circa 13 cm nel dicembre 2009). Vi possono essere invece consistenti accumuli nella classica nevicata delle colline tirreniche, con incursioni di aria fredda scandinava che genera minimi di pressione sul tirreno (il maggiore episodio è rappresentato dal marzo 2010, due giornate di neve per un accumulo complessivo fino 35-40 cm!), molto buone sono infatti le nevicate da fronte occluso o anche quelle da sfondamento quando il freddo in arrivo sull’Italia punta il centro-nord (nel febbraio 2012 fu consistente). Le occasioni che la favoriscono sono in genere quelle che favoriscono Viterbo e la Tuscia nord-orientale. Si può dunque supporre che una media storica nivometrica per le quote collinari del suo territorio sia molto simile a quella delle medie colline dei Cimini settentrionali e Volsini.
Ventilazione: il territorio riceve bene la ventilazione da ogni direzione, ma tipiche sono le calme di vento delle situazioni anticicloniche non solo di notte ma anche di giorno e anche in estate. La zona risulta battuta dai venti, in particolare quella di Poggiovalle, dove l’aspetto non impervio delle sue colline permette un consistente arieggiamento del territorio. Con particolare riferimento alla stazione, esposta a sud-est, sotto sciroccate autunnali tale versante può risultare anche molto ventoso (di rado , ma è successo più volte, si misurano raffiche fino a oltre 80 km/h alla stazione di Poggiovalle, posta a 3 metri da terra al momento delle misure).
Altri fenomeni meteo: a dispetto della sua quota, nel gennaio 2019, durante i giorni della grande nevicata cimina, un leggero strato di neve è riuscito a depositarsi anche a Fabro (fino ai 250-300 metri). Alle stesse quote sull’area cimina si verificava invece un fenomeno di mista, con neve solo dai 450-500 metri, segno che la zona riesce a raffreddarsi piuttosto bene sotto forti rovesci, probabilmente grazie al fatto di essere una vallata incastonata tra rilievi che ad est raggiungono un’altezza media di 500 metri e ad ovest invece sugli 800 metri (Rufeno e Cetona). Probabilmente le alte pianure del comune di Fabro (250 metri) sono fra le più nevose dei nostri territori, a parità di quota.
E’ relativamente frequente la galaverna nelle zone di pianura, che in certe mattinate può essere anche intensa. Infatti quando la temperatura crolla per inversione termica, questa scende quasi sempre sotto il punto di rugiada che invece non subisce grosse variazioni nottetempo dato che il calo termico non è il risultato di un ricambio d’aria. La conseguenza è dunque una nebbia spesso presente e che, nel momento in cui le goccioline si depositano sulle superfici, tendono a formare cristalli di ghiaccio anche sulle piante, rendendo il paesaggio ibernato.
Una peculiarità delle zone interne in estate è quella di fare massime piuttosto alte e col picco del caldo che viene solitamente raggiunto nella seconda parte del pomeriggio e persiste fino alla prima parte della serata. Le piane di Fabro quali la frazione Colonnetta, sono una via di mezzo tra questa condizione tipiche delle piane interne e i climi di collina dove invece la sera la temperatura scende subito al calar del sole. In particolare a Colonnetta si possono osservare massime spesso tardive (alle 17-18 del pomeriggio) con gran caldo fino alla prima serata (ore 21). Successivamente la temperatura crolla, rendendo dunque la seconda serata piuttosto godibile.
Curiosità: a proposito di temporali di calore, nel Maggio 2018 il comune di Fabro è stato colpito ripetutamente da forti temporali, di cui alcuni di carattere quasi alluvionale: l’accumulo mensile è stato di oltre 300 mm!
L’accumulo della grande ondata di gelo di inizio febbraio 2012 fu, rispetto alle altre località fortemente colpite come Roma e buona parte del viterbese, ancor più rilevante: complessivamente cadde oltre 1 metro di neve!
Anche nelle recenti ondate di calore africane, con aria umida, cieli sporchi per sabbia e temperature alte, le nottate di Fabro riescono a portare comunque refrigerio. Nell’agosto 2019 infatti le minime a Colonnetta, grazie all’inversione termica, anche nelle notti più calde si sono tenute sui 16-17 gradi. Estremi tipici di giornata erano 17/34 gradi celsius. Occasionalmente, in alcune notti estive, a seguito di rinfrescate intense, è possibile raggiungere temperature minime vicine ai 10°c anche nei mesi di Luglio o Agosto.