Le maggiori nevicate aquesiane degli ultimi 10 anni (2004 – 2014)

di Francesco Del Francia
L’accumulo nevoso, un fenomeno piuttosto “raro” nei nostri settori, durante l’inverno, anche se i decenni prima degli anni 2000 ci avevano abituati abbastanza bene.

Complice, in quegli anni ormai lontani, una fase climatica favorevole, con inverni decisamente rigidi, Acquapendente riusciva sovente a registrare vari episodi degni di nota.

Negli ultimi 20 anni invece, le nevicate con accumulo discreto sono andate notevolmente diminuendo, a causa probabilmente della fase climatica poco favorevole, sotto tali specifici aspetti, che stiamo attraversando.

Insisto nel sottolineare e nel distingue proprio le varie fasi, perché secondo me rappresentano la motivazione principale delle oscillazioni climatiche che riguardano ampi scarti temporali come questi presi in esame, che poi anche tanti altri piccoli fattori (like Global Warming) possano aver influito ne sono convinto, ma per prima cosa bisogna ricordarsi che il clima attraversa lentamente varie fasi in maniera ciclica.

Ecco gli accumuli più rilevanti dell’ultimo decennio, tralasciando le spolverate sotto i 2 cm, accompagnati dalle carte meteorologiche del modello americano GFS, reperite nell’apposito archivio.

Una stima degli accumuli quanto più verosimile è stata possibile grazie ai dati raccolti da Francesco Del Francia (meteoaquesio), e grazie al parallelismo effettuato con i valori di Paolo Baldelli (Acquapendente) e Fabio Pascucci (Torre Alfina) a cui va un mio particolare ringraziamento.

29/01/2004 – 28 cm di accumulo alla quota di 400 m slm.

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Si trattò di una nevicata con entrata del freddo dalla valle del Rodano, si susseguirono tutte le precipitazioni tipiche del caso, si iniziò con pioggia battente, tuoni e fulmini, successivamente grandine, poi graupel e infine neve, tanta neve.

Una nevicata che porto nel cuore, per una serie di ragioni personali.

Dal 23/01/2005 al 27/01/2005 – 17 cm circa di accumulo alla quota di 400 m slm.

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Si trattò di un susseguirsi di tre nevicate, a tratti anche da ritornante, con accumuli che furono circa doppi nelle due frazioni   Trevinano e Torre Alfina, rispetto a quelli da noi riportati riferiti alla cittadina di Acquapendente.

Dal 20/02/2005 al 27/02/2005 – 18 cm circa di accumulo alla quota di 400 m slm.

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Notiamo un blocco altopressorio veramente notevole e ben strutturato con massimi di geopotenziale collocati tra Islanda e Groenlandia, che provocò quattro/cinque nevicate nell’arco di una settimana, con accumuli nuovamente maggiori nelle due frazioni aquesiane.

26/01/2007 – 5 cm circa di accumulo alla quota di 400 m slm.

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Rapida incursione fredda sull’Italia centro-settentrionale, da notare come queste dinamiche abbiano tutte alcuni punti in comune, azzorriano in elevazione a cui segue la colata fredda.

Dal 26/12/2008 al 28/12/2008 – 7 cm circa di accumulo alla quota di 400 m slm.

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Massimi di pressione posizionati questa volta tra Irlanda e Inghilterra settentrionale, con freddo alle quote medio-basse che fatica a raggiungere lo Stivale.

A memoria mi ricordo nitidamente come Grotte di Castro e Gradoli, ad esempio, riuscirono a totalizzare accumuli notevolmente superiori di quelli aquesiani, probabilmente aiutati dal classico maggior vigore precipitativo dei settori più occidentali, che permise anche un rapido riversamento del freddo nei bassi strati.

9/03/2010 e 10/03/2010 – 25 cm circa di accumulo alla quota di 400 m slm.

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Una delle più belle nevicate marzoline della nostra epoca, dopo un inverno 2009/2010 che si è dimostrato abbastanza sottotono, con tanti tentativi andati miseramente falliti alle quote di collina/bassa collina.

Nevicò in maniera continuativa per molte ore a cavallo tra i due giorni presi in esame, neve soffice (nel moto di caduta) e pesante (perchè ricca d’acqua) a causa delle condizioni termo-igrometriche vicine al limite consentito.

In alcuni settori più occidentali (ad esempio Valentano-Gradoli) si registrarono rapide precipitazioni nevose anche durante il pomeriggio dell’11 Marzo.

17/12/2010 – 2 cm circa di accumulo alla quota di 400 m slm.

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Si trattò di una nevicata particolare, avvenuta tra tarda mattinata e primo pomeriggio, dopo una minima di -9,1° registrata nel primissimo mattino.

La strada si trasformò subito in una lastra di ghiaccio, anche perchè durate tutto l’evento nevoso la temperatura rimase tra -3° e -1,5°.

In questo caso l’inversione termica aquesiana ha influenzato in maniera negativa la tipologia di neve presente al suolo, creando (per qualche ora) non pochi problemi alla circolazione stradale ed ai pedoni.

Dal 1/02/2012 all’ 11/02/2012 – 40 cm mediamente, con accumuli eolici che localmente hanno superato il metro e trenta, alla quota di 400 m slm.

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Qui lo sforzo mnemonico si è dimostrato esiguo, parliamo di Burian, il mitico Burian in grande spolvero e di ritorno dopo l’ultima sua comparsa associata ad evento nevoso rilevante, il lontano Dicembre del 1996.

Come non ricordarsi i -16° di minima registrati dalla nostra stazione meteo o le furiose raffiche di vento che a tratti facevano muovere la neve in caduta dal basso verso l’alto, oppure i conseguenti accumuli eolici i cosiddetti “cavalloni di neve”.

La cosa interessante di questa ondata di gelo epocale è stata la sua buona predicibilità a livello modellistico, già con 7-10 giorni di anticipo.

L’evento, sulla carta, assumeva una tal portata che probabilmente anche i tasselli che regolano siffatte simulazioni atmosferiche (aleatorie e probabilistiche), sono risultati ben solidi, proprio perchè poggiavano su resistenti fondamenta dovute al posizionamento netto delle varie figure bariche.

Come saprete bene, prevedere una nevicata spesso risulta ostico anche solo con 24 ore di anticipo.