Come nasce e si sviluppa un temporale convettivo o di calore?

Di Francesco del Francia

Quando i suoli cominciano a scaldarsi a sufficienza (generalmente ci troviamo tra il l’inizio del periodo primaverile e il periodo tardo estivo – inizio autunno), sotto determinate condizioni, è abbastanza comune vedere la nascita di particolari nuvole bianche, i cumulonembi, che con uno sviluppo verticale abbastanza repentino, potrebbero evolvere in piccole ma insidiose celle tempora Ma come nasce e si sviluppa un temporale convettivo?

cumulonembo-convettivo-calore

Proviamo ad immaginare una di queste giornate, una giornata tipo.La mattinata parte decisamente soleggiata e il notevole riscaldamento nei bassi strati tende a trasferirsi rapidamente verso gli adiacenti settori della bassissima atmosfera. In pratica, con il passare delle ore, vere e proprie bolle di aria calda si distaccano dalle superfici maggiormente riscaldate (quelle dotate di minore potere riflettente) tendendo a salire verso pressioni via via minori.Generalmente questo passaggio avviene tra la tarda mattinata ed il primo pomeriggio. L’ascesa dell’aria calda è inoltre favorita dai rilievi, che si comportano come delle “canne fumarie”: si scaldano al Sole, anche prima delle pianure (brezza di valle), e cominciano il processo di “aspirazione”.

Queste bolle, essendo molto più leggere nei confronti dell’atmosfera circostante, si sollevano con facilità verso altitudini superiori, spinti dalla forza di galleggiamento e durante l’ascesa crescono rapidamente di diametro, espandendosi proprio perché incontrano pressioni via via minori. Ma tale espansione porta la stessa massa d’aria ascendente a raffreddarsi, seguendo la regola del raffreddamento adiabatico secco, ossia di 1° C ogni 100 m e questo moto verso l’alto è destinato a perdurare finché la temperatura di quest’ultima sarà maggiore dell’aria circostante. Ecco perché più è fredda l’aria in quota e più i cumulonembi hanno possibilità di svilupparsi (aria instabile).

Condizione necessaria però allo sviluppo di una nube temporalesca è che sia presente, oltre all’instabilità della bassa atmosfera, anche aria calda in ascesa abbastanza umida. L’umidità, o per meglio dire il vapore acqueo, contribuisce da un lato alla formazione delle innumerevoli goccioline che si trovano in queste strutture, dall’altro fornisce una ulteriore spinta garantendo lo sviluppo del cumulonembo sino alla quota di 10000/12000 metri. Questo perché la condensazione libera calore, scaldando letteralmente la nube. Questa arresterà la propria vertiginosa salita solo quando avrà terminato l’energia fornita dal calore latente di condensazione e/o quando l’aria circostante cesserà di essere più fredda della nube. Si sviluppano quindi, nel corso del pomeriggio o nel tardo pomeriggio, queste nubi torreggianti, imponenti che sembrano fiorire a volte come un vero e proprio”cavolfiore”, provocando dopo poco, nelle zone interne (o lontane dal mare), vivaci e rapidi rovesci accompagnati spesso da fulmini, vento e localmente da grandine.

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La differenza tra la genesi di cumuli pomeridiani o il mantenimento di cieli sgombri da nubi, la differenza tra una cumulogenesi temporalesca o comunque produttiva e una cumulogenesi di nuvole sterili sta tutta nella presenza e nella giusta combinazione di questi parametri, instabilità alle quote medio-alte dell’atmosfera, forte riscaldamento del suolo dovuto al soleggiamento diffuso, elevata umidità alle varie quote (ma specialmente a bassa quota, sia per alimentare di “materia prima” la nube, sia perché l’aria umida è più leggera di quella secca, a parità di altre condizioni) e la presenza degli adeguati parametri energetici, chiamati in gergo indici di instabilità o convettivi, ben riassunti nella nostra mappa “MTS index”.

Occhio dunque a non fidarvi del bel tempo mattutino durante la stagione calda: i temporali, sotto le opportune condizioni spiegate sopra, possono essere in agguato!