Correlazioni tra anidride carbonica e aumento termico
Di Claudio Giulianelli
Con il gran caldo di questi giorni vi sarà capitato di scordarvi di mettere una bottiglia in frigo e ritrovarvi con l’acqua calda ( relativamente calda, ma abbastanza per renderla poco gradevole quando si beve). Se quella che si è lasciata fuori dal frigo è acqua frizzante l’effetto sarà ancora peggio di quella liscia in quanto all’aumentare della temperatura aumenta il rilascio dell’anidride carbonica, la CO2, da parte dell’acqua. Aumentano dunque tutte quelle bollicine emesse dall’acqua che la rendono ancora più frizzante, fino a dare la sensazione di inghiottire più gas che acqua quando la si beve.
Si tratta di un semplice fatto chimico, all’aumentare della temperatura dell’acqua le particelle di gas disciolte in essa acquistano maggiore energia cinetica liberandosi più facilmente dal liquido. All’aumentare della temperatura dell’acqua aumenta dunque anche la volatilità dei gas in essa disciolti e diminuisce la sua solubilità.
Oltre a queste constatazioni, una riflessione viene istantanea anche sul clima. Bacini più caldi rilasciano maggiori quantità di gas in essi contenuti. È noto per esempio che i bacini più freddi sono più pescosi di quelli caldi proprio perché questi ultimi liberano, fra i tanti gas, anche l’ossigeno,rendendoli quindi meno ospitali per gli organismi acquatici. L’effetto più importante da un punto di vista climatico è comunque il rilascio della CO2, che come ben sappiamo è un gas serra ed è in continua crescita negli ultimi decenni a causa dell’emissione antropica. Potremmo essere di fronte ad un feedback positivo, in cui cioè l’immissione di CO2 in atmosfera da parte dell’uomo provoca un aumento della temperatura globale, che a sua volta provoca un riscaldamento delle acque superficiali del pianeta le quali rilasciano altra CO2 che contribuisce a sua volta ad incrementare la temperatura del pianeta (e non ce n’è poca negli oceani).