Microclimi del nostro territorio: Il Monte Cimino (VT)

Il microclima del Monte Cimino (VT)

Di Andrea Urbani con la collaborazione di Nicholas Fanicchia e Claudio Giulianelli

Monte Cimino (VT), 16 Maggio 2020 – In questo quarto articolo sui microclimi del nostro territorio non tratteremo un comune nello specifico bensì un’area naturale, parleremo del Monte Cimino (VT), che si trova nella parte centro-orientale della Tuscia viterbese a poca distanza dal capoluogo. Ecco alcuni dati geografici e climatici generali riguardanti la zona con brevi approfondimenti  su alcune peculiarità microclimatiche.

Provincia: Viterbo
Superficie: 27 kmq
Zona altimetrica: bassa montagna
Altitudine massima: 1053 m s.l.m.
Clima: sub mediterraneo
Precipitazioni: variabili, con una media di 1100/1200 m circa.
Aridità: estiva debole limitata a luglio e agosto, sporadicamente a giugno

Cartina orografica del Monte Cimino – fonte: googlemaps.it

Localizzazione: il monte Cimino si trova nel Lazio settentrionale, in provincia di Viterbo, e fa parte dei Monti Cimini, uno dei gruppi montuosi dell’Antiappennino Laziale. Con i suoi 1053 m s.l.m. è la cima più alta della Tuscia viterbese e gran parte del suo territorio ricade nel comune di Soriano nel Cimino compresa la sua vetta.

Descrizione morfologica del territorio: si colloca nella parte nordorientale del gruppo montuoso dei Monti Cimini. Sulla sua vetta è ancora riconoscibile l’antico cono vulcanico ed i suoi versanti presentano delle differenze: mentre quello occidentale è meno scosceso in quanto unito al resto degli altri monti attraverso dei mini altipiani o valli, il versante orientale è più acclive presentando delle piccole pareti rocciose in alcuni tratti e delle vallette più profonde. Dal versante orientale il M. Cimino ha una prominenza di oltre 700 m rispetto al pianoro sottostante che ha un’altitudine media di circa 300/350 m s.l.m.

Temperature: diminuiscono gradualmente con l’aumentare della quota. Il versante orientale e quello settentrionale risultano leggermente più freddi di quello occidentale e meridionale in ogni stagione. L’estate non è troppo calda per via dell’altitudine e risulta tiepida nella parte sommitale e a quote superiori agli 800/900 m circa. D’inverno le temperature sono relativamente miti alle quote inferiori (600/700 m) ma salendo verso la vetta diventano più basse (temperatura media di gennaio +2,8°C)* pur non arrivando ad essere rigide (raramente si scende sotto a valori di – 10/12°C). Sono comunque frequenti le gelate in inverno ma occasionalmente anche in autunno e primavera.

Clima: sub-mediterraneo con estate tiepida ed inverno più marcato per via dell’altitudine.

Precipitazioni: tendono a crescere con l’aumentare dell’altitudine per effetto dell’orografia che funge da azione condensatrice alle correnti umide soprattutto dai quadranti meridionali, in misura minore da quelli occidentali. I versanti meridionali, specie sudorientali, tendono ad essere i più piovosi per i suddetti motivi e con essi anche la zona sommitale anche se il massimo della piovosità sui Monti Cimini si registra nella parte orientale e meridionale più esposte alle correnti umide (comuni di Caprarola  Carbognano e Ronciglione). I maggiori apporti pluviometrici si registrano nei mesi autunnali e all’inizio dell’inverno anche se la stagione umida coinvolge anche il resto della stagione invernale e tutta la primavera. L’estate risulta essere piuttosto secca con fenomeni temporaleschi infrequenti e spesso di debole entità. La pluviometria del Cimino, quindi, tende ad essere influenzata in misura preponderante dalle piogge cicloniche (e in parte orografiche) e trascurabile da quelle convettive.

Nevosità: tende ad aumentare anch’essa con l’altitudine raggiungendo il massimo nella zona della vetta. Secondo osservazioni dirette nel corso del tempo (soggette ad errore) la parte sommitale potrebbe avere una media nivometrica di circa 50/70 cm annuali. I versanti settentrionali, più freddi, tendono a conservare leggermente più a lungo l’innevamento dopo gli episodi nevosi anche se in generale esso non dura molto ed è estremamente discontinuo nel corso della stagione e da un anno all’altro per via dell’altitudine poco elevata e della posizione geografica che porta il Cimino ad essere soggetto a repentini rialzi termici durante la stagione fredda. Stagioni molto nevose (2004/2005 e 2011/2012 nel recente passato) sono relativamente infrequenti cosi come stagioni prive o molto scarse di neve (2013/2014 e 2019/2020), in ogni caso c’è molta variabilità tra una stagione e l’altra. In generale gli episodi tendono ad essere di modesta o entità (da zero a 10 cm) ma non mancano anche nevicate più copiose di tanto in tanto (10-30 cm) mentre le grandi nevicate (da 50 cm ed oltre) sono piuttosto rare (aprile 1995, marzo 2011, febbraio 2012, gennaio 2018).

Vista dalla S.P. 61 sui domi del distretto cimino – Fonte: Servizio Geologico d’Italia – ISPRA

Ventilazione: è molto variabile nel corso dell’anno. Tendenzialmente la stagione più ventosa va dall’autunno all’inizio della primavera, l’estate invece è quella con meno ventilazione e risulta a prevalente carattere di brezza che nel versante orientale è piuttosto sostenuta nelle ore pomeridiane e pre-serali. Nelle restanti stagioni, a parte la zona delle vetta che risulta essere l’area più ventosa in assoluto in quanto soggetta a tutti i venti, ogni versante tende ad avere un vento prevalente (quello mediamente più forte e frequente rispetto agli altri) che dipende dall’esposizione del versante stesso. Non è raro che possano verificarsi delle burrasche di vento e in qualche caso delle vere tempeste. Sono fenomeni più frequenti in autunno-inverno e inizio primavera e hanno il massimo impatto nell’area della vetta, la più esposta rispetto alle altre a questi fenomeni. Riguardo alle brezze della stagione calda, esse soffiano al mattino con debole intensità dalle valli verso il monte (brezze di valle locali), mentre durante il pomeriggio la brezza di mare (da sud-ovest) tende a prevalere sulle brezze locali.

Altri fenomeni meteo: durante la stagione fredda si può verificare il fenomeno della calabrosa, deposito di ghiaccio sugli alberi ed oggetti in presenza di nebbia, (dovuta a nubi molto basse), di vento e temperature sotto lo zero. Crea un paesaggio molto suggestivo e può essere facilmente scambiato con la neve o la brina. Il fenomeno è più frequente sulla vetta rispetto alle quote inferiori ed è molto raro che si formi sotto i 700/750 m s.l.m., inoltre sono molto più interessati i versanti nord ed est rispetto a quelli sud ed ovest. La nebbia è un fenomeno frequente ed è dovuta quasi principalmente al passaggio di nubi basse in seno alle perturbazioni e alla formazione di nubi orografiche dovuto all’addossamento di masse d’aria sufficientemente umide lungo i suoi pendii. La nebbia da irraggiamento è praticamente inesistente, talvolta ci sono delle risalite di nebbie dalle valli sottostanti ma solitamente non si spingono oltre i 500/600 m s.l.m. Abbastanza rare le nebbie avvettive, mentre banchi di nebbia isolati possono formarsi a quote varie lungo i versanti del Cimino ma non solo altro che nubi basse dette “strati”. La grandine non è un fenomeno frequente mentre lo sono molto la gragnola, la neve tonda (specie sul versante occidentale) e le altre precipitazioni ibride come la pioggia gelata e l’acquaneve, specie dal tardo autunno a metà primavera.

Curiosità meteo: Non è raro assistere a dei cambiamenti repentini del paesaggio in inverno salendo sul Monte Cimino. Si può passare dal bagnato ,dovuto alla pioggia, al paesaggio innevato creato da una recente nevicata. Spesso questi “stacchi” si formano tra i 900 e i 950 m s.l.m. Nel piazzale nei pressi della vetta, ad una quota di 970 m s.l.m., è presente inoltre una stazione meteo, di proprietà della Provincia di Viterbo, consultabile al seguente link -> http://www.provincia.viterbo.digiteco.c … p?IdStaz=1  *I dati termici citati nell’articolo sono stati estrapolati dal sito sopra, gli anni effettivamente elaborati sono stati 6.

Grafico temperature/precipitazioni relativo al Monte Cimino – fonte: meteoblue.com