4) Meteostoria: eventi meteo estremi del periodo 1900-1929
Reanalisi degli eventi meteo più rilevanti dal 1836 in poi
Di Claudio Giulianelli
Villa San Giovanni in Tuscia (VT), 25 Ottobre 2020 – Eccoci con questo nuovo appuntamento alla scoperta dei più grandi eventi meteorologici di caldo e freddo che hanno riguardato il primo trentennio del novecento. Ci stiamo avvicinando sempre di più all’era contemporanea, e in questa fase già a noi più familiare vi sono stati altri episodi piuttosto rilevanti per quelli che sono gli estremi raggiunti , sia di caldo che di freddo, in epoca recente. In particolare andiamo a notare le seguenti caratteristiche generali del periodo preso in esame:
In questo trentennio vi è stata una modifica agli inverni rispetto al secolo precedente, infatti ora sono molto più lunghe le pause anticicloniche nella stagione invernale, possono durare fino ad 1 mese. Nonostante ciò la neve fino a bassa quota non manca quasi mai, con alcune occasioni possibili pure per Roma (si ricorda che queste considerazioni sono ipotesi basate su un’analisi previsionale delle carte, da verificare con dati), periodi di freddo anche discretamente prolungati (due-tre settimane) e in alcuni inverni anche con aggiunta di fortissime ondate di gelo a reiterare ancor di più il freddo intenso (in questi casi fino a oltre 1 mese e mezzo di inverno pieno, quasi 2). Nell’800 queste situazioni erano comunque più frequenti, soprattutto nel trentennio finale.
Le ondate di gelo più intense (e gli inverni più lunghi) si concentrano nel primo decennio del ‘900 e alla fine del periodo preso in esame. Tra l’inizio degli anni 10 e la fine degli anni 20 gli inverni sono stati più clementi, con neve sempre presente ma inverni non troppo dissimili da alcune annate recentemente vissute (come la 2012/2013, con freddo a tratti reiterato ma mai gelo e anche pause miti).
Novembre continua ad essere un mese che anticipa l’inverno con sempre presenti primi freddi invernali, in alcuni casi intensi per il periodo. Estati invece spesso meno calde di quelle dei nostri giorni, ma i primi due mesi autunnali, specie settembre, risulta ancora un mese estivo in alcuni casi fino alla fine con caldo a tratti intenso. Maggio ha avuto una certa variabilità, a volte insolitamente freddo e a volte caldo, estivo. In tal contesto stanno aumentando gli episodi di caldo rilevanti nelle mezze stagioni, estati non calde ma più lunghe.
Ma andiamo ora a vedere i principali eventi meteo rilevanti.
Gennaio 1901, dopo un dicembre dal sapore primaverile l’inverno ingrana la quinta da gennaio!
Potenza di questa irruzione gelida assolutamente incredibile rispetto alle epoche recenti, con isoterme del genere a 850 hpa potrebbe aver fatto una massima di ghiaccio persino a Roma! (una giornata si dice di ghiaccio quando la massima non supera gli 0 gradi), sempre accompagnata da forti venti di tramontana. Insomma, una giornata veramente da brividi!!
L’inverno ha successivamente tenuto sotto scacco le nostre zone per molto tempo, nel mese di febbraio molte nevicate (si può supporre fino in pianura) e con nuovo apice di freddo, in particolare di gelo
con queste temperature ad 850 sembra piuttosto probabile il raggiungimento, di nuovo, della giornata di ghiaccio fino in collina quantomeno. Infine marzo potrebbe aver riproposto la neve fino in collina sul finale. Un inverno lungo iniziato a gennaio che avrà stressato tantissimo la popolazione senza dubbio.
Maggio 1902, un mese freddo dal sapore a tratti invernale
L’isoterma 0 rappresenta, infatti, la media del mese di gennaio ai giorni nostri. Un freddo persistente per quasi tutto il mese con apice di nuovo in terza decade quando è entrata una +1/+2. Un freddo paragonabile nel nostro ultimo trentennio è stato raggiunto a maggio 2019 quando la neve scese sull’appennino romano a quote davvero insolite per il periodo. Come picco di freddo assoluto però, l’ingresso così netto della 0 sul Lazio risulta davvero raro ai nostri giorni nel mese di maggio. Le massime in collina potrebbero non essere salite sopra i 10 gradi in caso di cieli nuvolosi.
Passando al 1903, dobbiamo segnalare una scaldata di tutto rispetto a febbraio, all’interno di un inverno molto mite e anticiclonico
Anticiclone molto forte a tutte le quote e compressione favonica in questa fase della scaldata potrebbero aver fatto salire le massime oltre i 20 gradi non solo in pianura ma anche in collina! dire se però si tratti di una scaldata oltre ogni limite raggiunto negli ultimi inverni è difficile, ricordiamo infatti che alla fine di febbraio 2019 in pianura nel Lazio sono stati raggiunti i 23-24 gradi, in ogni caso scaldata rilevante.
Passano gli anni senza nulla di rilevante, continuano dei mesi di settembre caldi, molto caldo l’inizio di settembre del 1903 quando potrebbe aver fatto massime fino a 35 gradi anche in collina e su buona parte dell’Europa centrale!
Arriviamo al 1905, un inverno davvero gelido partito dopo un dicembre sostanzialmente anonimo
Questi sono solo i due picchi maggiori, sopra ogni limite raggiunto in epoche recenti. La prima in particolare è stata una botta di gelo davvero importante, forse fra le 5 più importanti viste sin ora dal 1836. Massime ampiamente sotto lo zero in collina sembrano piuttosto probabili. Altra ondata di gelo a fine gennaio e a metà febbraio, paragonabili alle più intense avvenute ai nostri giorni.
Andando avanti, segnaliamo brevemente l’ondata di calore di inizio settembre 1906, forte ma di intensità già rivista ai nostri giorni. La zona più martoriata dal caldo è stata quella delle isole britanniche, e a tale evento appartiene il record assoluto di settembre per Londra da quando si fanno misurazioni (di 35 gradi). Un’ondata di calore africana che ha conquistato una grande parte dell’Europa.
Non possiamo non citare l’ondata di gelo del gennaio 1907, che però ha lambito il centro Italia coinvolgendo in maniera più diretta le zone nord dei nostri territori, in particolare l’Umbria e la bassa toscana dove il gelo ha picchiato durissimo e si saranno avute massime ampiamente sotto lo zero in collina. Un gennaio anche questo piuttosto freddo e con neve nella
parte finale.
Sta finendo la prima decade del nuovo secolo, troviamo una nuova intensa ondata di freddo per il periodo nel mese di maggio con temperature di nuovo invernali
E una folle ondata di freddo per il periodo a luglio
Si tratta, quest’ultima, di un0irruzione fredda davvero rilevante, assolutamente fuori scala come temperature ad 850 hpa per i nostri giorni, una roba mai vista!! Basti pensare che se vi foste trovati a pian de valli, sul monte Terminillo , per una gita, avreste trovato una temperatura vicina ai 6 gradi ad inizio luglio! Bisogna anche tener conto dell’eventuale soleggiamento che in questa carta sembra essere piuttosto probabile e quindi ha innalzato le temperature mascherando le vere potenzialità di queste discesa fredda. Ma con 6 gradi a 1500 metri, anche se l’atmosfera fosse stata superadiabatica e secchissima (1 grado ogni 100 metri), a 300 metri avrebbe fatto 18 gradi, considerando i forti venti di tramontana il riscaldamento da soleggiamento diurno avrà avuto un effetto ridotto. Nella più pessimistica delle ipotesi è difficile pensare che le massime a ciel sereno siano salite oltre i 20-21 gradi in bassa collina, più realistica invece potrebbe essere stata una massima sui 18-19 gradi. Per avere un’idea della potenza di questa irruzione, basti pensare che sono rarissime nel periodo clou dell’anno e specie a luglio le massime abbondantemente sotto i 20 gradi e generalmente fatte in condizioni di forte maltempo.
Arriviamo al 1911, febbraio inizia con una potentissima ondata di gelo, di nuovo di intensità inimmaginabile ai nostri giorni
Temperature massime che potrebbero essere rimaste sotto lo zero su gran parte dei nostri territori!
Nello stesso anno ennesimo settembre che inizia molto caldo e con temperature massime che si sono aggirate probabilmente sui 35 gradi diffusamente.
4 anni dopo , nel 1915, troviamo una consistente ondata di freddo il 20 novembre. Le temperature massime potrebbero essersi fermate sui 5 gradi o meno in collina. Per trovare il successivo evento rilevante dobbiamo andare all’estate del 1918
Un’importante ondata di caldo a luglio potrebbe aver portato le massime sin verso i 40 gradi, non solo in pianura ma anche in collina sulle zone interne data l’entrata franca dell’isoterma 24 , fino ad una 25 si può supporre sul romano. Un’ondata di calore non eccezionale per i nostri giorni, ma molto potente Questa ondata di caldo si inserisce in un’estate nel complesso calda, sin verso la fine di settembre quando nella seconda parte del mese le massime potrebbero di nuovo aver toccato diffusamente i 33-35 gradi.
Successivamente troviamo un’altra ondata di gelo, totalmente fuori scala per i nostri giorni, siamo nel febbraio 1919
C’è anche da dire che questo evento è stato l’unico rilevante di tutto l’inverno, infatti anche il resto di febbraio è stato semplicemente piovoso. Di nuovo però, con la -15 sul viterbese le massime saranno state ampiamente sotto lo zero e con forti sferzanti venti dai quadranti settentrionali. Stare all’aperto sarà stato davvero difficile anche bardati!
Passiamo ad ottobre dello stesso anno quando un’intensa ondata di calore africana ha conquistato l’italia
Viene da chiedersi se tale situazione non rappresenti il record assoluto di caldo per ottobre per svariate località del centro-sud Italia, infatti l’isoterma 22 è un’isoterma che sarebbe sopra la media nei nostri giorni anche se fosse il 1 agosto! Le massime potrebbero essere state ben oltre i 30 gradi anche in collina, fin sui 33°C e magari anche oltre, un’ondata di caldo davvero importante!
Il resto dell’anno ha avuto una drastica virata di tendenza, con un’ondata di freddo invernale alla fine dello stesso mese che potrebbe aver portato persino la prima neve alle basse quote delle nostre montagne (fino ad 800 metri) e poi la più intensa ondata di freddo novembrina di questa serie di anni (e assolutamente anomala anche per i nostri giorni)
Con un’ondata di freddo del genere a novembre, persino in pianura le massime potrebbero non aver superato i 5 gradi a ciel sereno!
Siamo finalmente alla terza decade del 900, l’ultima di questo trentennio esaminato. Continuano a manifestarsi periodi estremamente miti nel semestre freddo, in particolare marzo 1920 ha visto scoppiare la primavera con temperature sin da subito schizzate sui 20 gradi anche in collina probabilmente, se la scaldata avesse anticipato qualche giorno per febbraio sarebbe stata ai limiti dell’eccezionale per i nostri giorni!, non si può escludere che si siano raggiunti in pianura i 23-24 gradi entro la prima settimana del mese.
Il prossimo evento rilevante lo troviamo il 10 agosto del 21, quando le massime di nuovo potrebbero essersi spinte verso i 40 gradi specie sulle pianure, un’ondata di calore dunque di nuovo rilevantissima come quella del 1918 ma non eccezionale per i nostri tempi. Il caldo anomalo è proseguito a tratti fino ad ottobre, mese con frequenti ingerenze africane. Nel frattempo continuano le ingerenze artiche già nel mese di novembre a tratti intense, mentre ottobre 1923 è stato di nuovo un mese molto caldo e di stampo a tratti estivo con temperature che l’11 del mese potrebbero aver raggiunto i 30 gradi in pianura e collina, quindi di nuovo una scaldata molto importante
Il 5 dicembre del 1925 una nuova potente ondata di gelo arriva in Italia da est, di intensità paragonabile alle più intense avutesi in epoche recenti. In collina potrebbe essere stata fatta la giornata di ghiaccio, accompagnata da gelidissimi e forti venti da est e nordest.
Arriviamo al 1926, quando al primo novembre si raggiunge l’apice di un’ondata di calore africana piuttosto intensa, sicuramente la più intensa scaldata novembrina del periodo preso in esame, di rara potenza anche per i giorni nostri. Nel primo giorno del mese però il flusso africano si sta già facendo umido per l’avvicinarsi di un serio guasto del tempo, la nuvolosità potrebbe aver attenuato l’ondata di caldo che altrimenti sarebbe potuta essere fuori scala (una +13/+14 si è avvicinata sul tirreno davanti il Lazio dove invece anche grazie ad un po’ di stau la temperatura a tale quota è più bassa).
Andando avanti tornano intense ondate di gelo: il 19 dicembre 1927. Un’ondata di gelo fortissima, sempre fuori scala per i nostri tempi ma non dissimile dalle ultime viste in precedenza
Arriviamo infine all’ultimo grande evento di questo trentennio: L’ondata di gelo del febbraio 1929
Questa è notoriamente una delle più intense ondate di gelo del 900, molto conosciuta tra gli amanti del freddo. Dal 1836 ai giorni nostri questa è l’ondata di gelo più intensa mai arrivata! Isoterme tra una -20 e una -22 sui nostri territori, di origine puramente continentale. Le potenzialità gelide di una carta del genere sono praticamente impensabili, è come stare in piena siberia, lanciare dell’acqua bollente in aria e vederla congelare istantaneamente sarà stato possibile. Le massime potrebbero non aver superato i 15 gradi sotto lo zero in collina, un gelo devastante per qualunque pianta delle nostre latitudini, stare all’aperto è praticamente impossibile con i fortissimi venti di tramontana che a queste temperature porterebbero al congelamento dei tessuti in poco tempo (ricordiamo infatti che il vento abbassa ulteriormente la temperatura delle superfici esposte come eventuali pozze, e dunque la temperatura dell’acqua sarà stata inferiore a quella dell’aria e questo effetto è tanto più vistoso quanto più forte e secco è il vento gelido. Ad esempio in queste condizioni a fronte di una temperatura dell’aria di -15, la temperatura dell’acqua sarebbe potuta essere anche sui -20 o inferiore. Davvero proibitivo! Chi non avrà avuto la fortuna di avere una casa quasi perfettamente protetta dall’esterno, avrà sofferto tantissimo. Se non si arriva preparati ad un evento del genere con un vestiario adeguato, la stessa sopravvivenza può diventare difficile
A seguire nuovo gelo che ha coinvolto il centro nord e ha generato depressioni molto ben strutturate sul mediterraneo, intense nevicate per una settimanella hanno bloccato molto probabilmente quasi tutti fino a Roma. Poi breve tregua tra il 15 e il 20 e nuovo freddo con nevicate fino a quote molto basse in terza decade!
A tale evento appartengono tantissimi record assoluti di freddo del 900 in Italia, dei valori minimi mostruosi sono stati registrati nel centro-nord di decine di gradi sotto lo zero (anche oltre 25-30 gradi sotto lo zero in val padana), ma avendo ripercorso la storia della meteorologia dal 1836 possiamo ben pensare che queste temperature sono le più basse mai avutesi dal 1836 ad oggi e che dunque questi record assoluti dal 900 a questa parte possano esserlo dal 1836, record degli ultimi 184 anni!
Abbiamo così concluso questa carrellata di eventi estremi del primo novecento. Il prossimo appuntamento sarà per il trentennio 1930-1959, la fase centrale del ‘900.